La scuola, pubblica o privata che sia, è il luogo in cui i nostri figli trascorrono almeno 200 (duecento) giorni all’anno. È ovvio che per i genitori sia di fondamentale importanza sapere di poter stare tranquilli sapendo i figli al sicuro. Ma sappiamo tutti che una parola in più nei corridoi durante la ricreazione, una momentanea distrazione del docente, la voglia di dare mostra delle proprie capacità durante le ore di educazione fisica, sono tutte occasioni per farsi male o far male ad altri, spesso senza rendersi conto del rischio reale del possibile danno.
Per legge, tutte le scuole devono sottoscrivere un’assicurazione con l’INAIL per tutta la durata del periodo scolastico. È quella che chiamiamo assicurazione scolastica.
Questo contratto assicurativo però si limita a coprire solo le attività considerate più a rischio, cioè le attività di laboratorio e di educazione fisica: attività in cui ci si muove e quindi è statisticamente più probabile fare o farsi male.
E infatti, anche se debitamente controllati, la maggior parte degli infortuni scolastici avvengono proprio durante le attività indicate.
Ma l’assicurazione obbligatoria non comprende le eventuali attività previste all’esterno della struttura scolastica. E quindi?
In forma preventiva, gli istituti scolastici tendono a sottoscrivere delle polizze con assicurazioni private per cercare di coprire il maggior numero di infortuni che possono accadere durante le ore scolastiche e le responsabilità civili (per danni arrecati ad altri).